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La Doccia 2 (starring Patrizia!)

 
"Ehi! Scusa!"

Manuel si girò di scatto e guardò con una certa sorpresa Patrizia che lo interpellava dalla soglia della sala pesi. Era vestita solo di un accappatoio rosa. "Non c'è acqua per le docce. Ne sai qualcosa, per caso? Non ho trovato nessun altro in giro... all'inizio del mese, quando c'è da riscuotere le quote, vedi come son tutti presenti...!"

"Ah, sì. Hai ragione" rispose Manuel. "Sono stato io a chiudere l'acqua dalla parte delle ragazze. Non credevo che ci fosse ancora qualcuno. Se devi farti la doccia puoi andare nello spogliatoio degli uomini. Tanto non c'è nessuno."

"E tu?"

"Io cosa?"

"Non ti fai la doccia?"

"Sì... però più tardi... devo ancora finire..."

"Ok! Allora ti aspetto" gli sorrise civettuola e provocante "così mi potrai aiutare ad insaponarmi la schiena... mi aiuterai, vero?"

"Come vuoi..." rispose Manuel. Si girò e, con piglio grintoso afferrò il bilanciere pesantissimo. Inspirò qualcosa come un metro cubo d'aria e stava per cominciare la sua serie di flessioni delle braccia quando, attraverso lo specchio, il suo sguardo si diresse verso Patrizia. Si era mollemente adagiata su una panca, stile Paolina Bonaparte. Una gamba stesa e un'altra piegata con il ginocchio verso l'alto. I lembi dell'accappatoio si erano aperti e la sua fighetta era perfettamente visibile tra il pelo nero. Sorrideva invitante a Manuel.

A quella vista, tutta la concentrazione di Manuel si dissolse. Il peso del bilanciere gli sembrò centuplicato e fu costretto a riposarlo sul supporto. Rimase fermo, dubbioso, per una decina di secondi, alternando lo sguardo tra il bilanciere e l'immagine di Patrizia allo specchio. Alla fine mormorò cupo "Va bene. Per questa sera basta così. Andiamo a fare la doccia."

Patrizia accolse la sua decisione con un sorriso birichino, e si alzò per precederlo verso lo spogliatoio degli uomini.

Mezzora dopo.

Nello spogliatoio il vapore era fitto e lo scenario irreale. Manuel era seduto su una panca, con la schiena appoggiata al muro. Dinanzi a lui, inginocchiata per terra, Patrizia stava lavorando di bocca con tutto il suo impegno sul cazzo del ragazzo, enorme, benché non completamente eretto.

Chiunque avesse potuto fendere la nebbia con lo sguardo per ammirare il culetto delizioso di Patrizia, avrebbe sicuramente notato i segni di come tanto il suo buchetto posteriore, quanto la sua fighetta, erano stati da poco visitati da un cazzo di generose dimensioni. Due rivoletti di sperma fresco fluivano lentamente dalle due cavità e confluivano insieme, colando lungo l'interno della coscia di Patrizia. Ma Patrizia, a quanto pare, non era ancora sazia.

Manuel aveva un espressione sofferente. Con voce lamentosa stava dicendo "Ti prego Patrizia! Non ce la faccio! Lascia stare!"

"Ma come?... un fusto come te che non ce la fa a farsi la terza..."

"Guarda che mi sono appena allenato! Sono stanco! Ti giuro, non ce la faccio a scopare ancora!"

"Lasciami almeno finire con la bocca... Dai!... Così sarai venuto in tutti e tre i miei buchi... Sono sicura di farcela a farti venire ancora... sono brava con la bocca, sai? Ti farò un bocchino da farti impazzire... voglio assaggiare il tuo sperma..."

"Ma domani mattina devo allenarmi di nuovo... Dorsali, deltoidi e polpacci... poi chi ce la fa?"

Improvvisamente, il vapore che la circondava non aveva più quell'odore di shampoo e di bagnoschiuma. Ma un'aroma strano. Mediorientale. Una capanna di pastori siriani dove bolliva un pentolone di carne di montone, dura e aspra, condita con spezie e erbe aromatiche.

Patrizia si riscosse. "Io questo odore lo conosco..." Si alzò in piedi, abbandonando Manuel stremato, e si rivolse verso le docce, laddove la nebbia sembrava più intensa.

"Xlater! Xlater! Lo so che sei lì! Rispondi! Xlater!"

Una voce sembrò giungere dall'alto. Con uno strano tono rassegnato.

"Ciao Patrizia! Come va?" disse Xlater, sospirando. La voce sembrava materializzarsi dal nulla.

"Ti sei rimesso a fumare il 'Four Square', vedo..." Patrizia aveva un tono molto critico.

"Non mi sono rimesso... ogni tanto alterno tra i tabacchi che mi piacciono di più..."

"E' più buono quell'altro, il Sunday..."

"Sunday's Fantasy. Ma a me piace pure questo!" rispose Xlater, piccato.

"Sì, ma puzza di capra!"

"Lasciamo perdere... cosa vuoi?"

"Mi spieghi da dove è uscito 'sto Manuel? Sono questi i personaggi che sai creare? Ti sembra realistico, forse? Non lo vedi che sembra un pupazzo di plastica? Non ha emozioni... non ha sentimenti... non riesce a fare un discorso. E poi vai a dire in giro che sei un grande scrittore..."

Xlater provò a spiegare, paziente e paterno. "Non deve essere un personaggio realistico, Patrizia. Deve essere una specie di simbolo estremo. Deve riassumere ed esaltare certe presunte caratteristiche di maschilità, di virilità. Deve essere un modello... un archetipo... anche se vedo che il mio archetipo l'hai ridotto piuttosto male..."

"Ma personaggi del genere non esistono nella realtà..."

"Ma qui non siamo nella realtà, Patrizia" le spiegò Xlater, con soddisfazione "questo è, o almeno dovrebbe essere, un sogno erotico..."

"Come sarebbe a dire?"

"Guardati intorno, Patrizia. Questa nebbia ti sembra naturale, forse? Non noti l'atmosfera onirica?" Xlater era orgoglioso della sua creazione.

"Un momento" sibilò Patrizia, minacciosa "un sogno erotico... di chi?"

Xlater provò un momento di imbarazzo. "Ehm... di una mia... ehm... di un'amica di e-mail!"

"Ah, già... la famosa amica di e-mail..." la voce di Patrizia traboccava di sarcasmo. "E come funziona, Xlater? Lei ti rivela le sue fantasie e tu le scrivi i raccontini?"

Xlater tossicchiò. "Non è proprio così... è una cosa molto più complessa e molto delicata e poetica e..."

"Mah!... Non ti sembra di essere ridicolo a fare certi giochetti alla tua età?"

"Che vuol dire la mia età? Non ho ancora 35 anni... vuoi già chiudermi dentro un ospizio...?"

"Lasciamo stare. Piuttosto ascoltami bene. Rispondi a questa domanda, Xlater. Cosa cavolo ci sto a fare io dentro il sogno erotico della tua amica?" Patrizia stava quasi urlando.

Xlater rispose con un po' di vergogna. "E stato... come una specie... di... di esperimento, ecco"

"Che tipo di esperimento?"

"E' colpa di quelli del newsgroup! Mi hanno detto che i miei personaggi femminili sembrano tutti uguali e allora ho provato a levare Raffy e a sostituirla con te, per vedere cosa succedeva..."

"E tu mi butti in questa specie di incubo, tra le braccia di quel pupazzo di plastica, per un tuo esperimento!!?"

"Ehi signorina!" Xlater reagì "come ti permetti di usare quel tono? ricordati che io sono sempre il tuo Autore. Tu non esisteresti senza di me!"

"Non è vero! E lo sai benissimo, che io esisto per conto mio!"

"Ne abbiamo già discusso. Senza di me non saresti la famosa Patrizia di Xlater!"

"Scemo!!! Chi ti credi di essere!!!"

Stavano urlando entrambi senza ritegno. Finché Xlater non decise di rabbonirla. Ticchettò freneticamente sulla tastiera e alla porta dello spogliatoio apparve Fabio.

"Patrizia! Tesoro! Cosa stai facendo qui?"

"Oh, Fabio, amore mio!" Patrizia si gettò, nuda come era, tra le braccia del suo ragazzo. "E' un casino che ha combinato Xlater, mi ha schiaffato, anzi CI ha schiaffato, nel bel mezzo del sogno erotico di una sua amica!"

"Xlater è qui? Ehi Xlater! Dove sei?"

"Ciao Fabio, come ti butta?" lo salutò Xlater.

"Decente, grazie! Ehi! Chi è quello? Dio, che muscoli!"

"Che ne so... una specie di simbolo... di archetipo..." rispose Patrizia.

"Scommetto che te lo sei scopato. Possibile che non posso lasciarti un attimo da sola?" Fabio si avvicinò a Manuel tendendo la mano. "Ciao, sono Fabio Morganti, il ragazzo di Patrizia"

Manuel ricambiò la stretta "Ciao, sono Manuel... Manuel..."

"Che cazzo d'autore" intervenne Patrizia "nemmeno un cognome gli ha dato! Dai Fabio, portami a casa che mi sono stufata di stare qua!"

"Beh, vestiti però..." rispose Fabio

"Hai ragione!" Patrizia si avvicinò all'attaccapanni. "Ehi! Di chi sono questi vestiti?"

"Sono di Raffy..." rispose Xlater sospirando.

"Ah, io questa roba non me la metto."

Xlater era disperato "Suvvia, Patrizia..."

"Xlater, sei l'autore no? Allora fa apparire qualche vestito decente!"

"Non posso far apparire dei vestiti così dal nulla, Patrizia. Ti pare credibile? Che figura ci faccio con il newsgroup?"

"Ah, sono cazzi tuoi! Sei tu che mi hai messo in questa situazione e adesso devi farmene uscire..."

"Dio, che figura..." gemette Xlater. All'improvviso sui ganci dello spogliatoio apparvero un set di biancheria intima nera molto sexy, raggicalze, calze velate e un vestito da sera invernale blu scuro di un noto sarto francese. Perfino un bel paio di orecchini si materializzarono su una panca. Patrizia era visibilmente soddisfatta.

"Niente male, Xlater! Potrei perfino cominciare a prendere in considerazione l'idea di perdonarti..." Patrizia cominciò a vestirsi con movenze sensuali, sotto gli occhi attenti di Fabio e di Manuel. Era bellissima come al solito.

"Xlateruccio! Un ultimo sforzo! I capelli e il trucco... dai! fallo per me..."

Xlater sospirò. Ticchettò sulla tastiera e come per magia i capelli di Patrizia furono acconciati d'incanto. Legati elegantemente dietro la nuca, con morbidi ciuffi neri che le scendevano ai lati del volto. Sul viso comparve un leggero make up: un tocco di nero intorno agli occhi, un pizzico di lucidalabbra, un ombra di fondotinta. Patrizia era perfetta.

"Ora sì che ci intendiamo!" esclamò guardandosi radiosa allo specchio "lo vedi Xlater che se ti ci metti sai essere adorabile? Andiamo Fabio!"

"Un momento!" disse Xlater "Vorrei prima scrivere un lieto fine per il povero Manuel!"

Sulla soglia dello spogliatoio comparve una bionda stupenda, alta e slanciata. Una specie di versione a grandezza naturale della bambola Barbie. Portava un succinto bikini e una fascia diagonale con scritto sopra "Miss America 1998". Si diresse subito verso Manuel ad abbracciarlo. Parlava con accento americano.

"Oh, Manuel! Cousa tci hannou fattou, my love!"

"Ciao Barbie" rispose Manuel "che piacere vederti!"

Fabio guardò interessato la bionda. "Ehi Xlater! Perché qualche volta non mi ci infili pure a me in qualche sogno erotico? Se circolano pupe di questo genere..."

Patrizia gli diede una gomitata tra le costole "Piantala Fabio! Usciamo di qui!"

Appena fuori, respirarono entrambi a pieni polmoni la fredda e umida aria serale. Una leggera nebbia aleggiava per i vicoli di Trastevere.

"Non s'è mai vista una palestra nei vicoli di Trastevere..." commentò Patrizia "Che autore del cavolo..."

"Secondo te" le chiese Fabio "nella pipa Xlater ci mette solo tabacco?"

"Ah, non lo so... proprio non lo so... Guarda Fabio!" Patrizia si era girata e stava indicando l'insegna sopra la porta dalla quale erano appena usciti.

"Birreria? Perche sopra l'ingresso di una palestra dovrebbe esserci scritto 'birreria'?"

Incuriositi tornarono a varcare la porta e si ritrovarono in una birreria. Uscirono di nuovo fuori, guardandosi allibiti.

"Che fine ha fatto la palestra?" Si chiese Fabio.

"E che ne so? So solo che da quando frequentiamo quel tipo strano ce ne stanno succedendo di tutti i colori. Dove hai parcheggiato, Fabio?"

"Mica me lo ricordo... Ehi! Ma questa è..."

"E' la Rover di Xlater!"

"Vuoi scommettere che..." Fabio si frugò le tasche ed estrasse un mazzo di chiavi che non aveva mai visto. Pigiò sul piccolo telecomando e le sicure della Rover si alzarono. Stupiti, presero posto all'interno.

Quando Fabio provò a mettere in moto, però, la macchina non ne voleva sapere di partire. Fabio imprecò.

Tornò a farsi sentire la voce di Xlater. "Ehm, ragazzi, scusate un attimo. Prima di tornare a casa, dovrei chiedervi una piccola cortesia..."

"Che c'è ancora?" chiese lamentosa Patrizia.

"Sapete... i miei lettori si aspettano una certa quantità di sesso dai miei racconti... e sono un po' in deficit. Non è che tu e Fabio... non vi andrebbe di fare qualcosina... per me..."

"Ah..." la voce di Patrizia era tagliente "... e... avresti in mente qualcosa di particolare...?" chiese gelidamente con finta indifferenza.

"Beh... avrei pensato a un pompino... rapido... semplice... carino da raccontare... di sicuro impatto per i lettori."

Fabio sembrò subito interessato. Ma Patrizia era di diverso avviso. "Non se ne parla proprio."

"Su, Patrizia, ti prego... fallo per me..." Xlater la stava implorando. Anche Fabio la guardava speranzoso.

"Non esiste. Toglitelo dalla testa. Non faccio pompini a comando, io!"

Fu allora che Xlater sbottò. "Stammi bene a sentire, cosetta! Da quando ti conosco ne hai fatte di cotte e di crude! Non ti sei fatta scappare un cazzo che è uno! Hai fatto la troietta con cani e porci! E ora che io ti chiedo, per piacere, di fare un lavoretto di bocca al tuo ragazzo, come cortesia personale..."

"Stammi a sentire tu!" urlò Patrizia di rimando. "Io faccio la troietta con chi cazzo mi pare e quando cazzo mi pare! Ma sono io a decidere come, dove e quando! Sono stata chiara... signor... Xtronzo?!!"

Xlater era esterrefatto. "L'hai sentita, Fabio? Mi ha chiamato Xtronzo! L'hai sentita? Io non ci combatto più, Fabio... parlaci tu... ti prego!"

Fabio abbracciò dolcemente Patrizia che parlava con voce rotta dal pianto. "Non lo reggo più 'sto Xlater, Fabio. Non lo sopporto più. Sono due anni ormai che ogni volta che mi capita di divertirmi un po', lui se ne sta lì, come un guardone bavoso, a ticchettare sulla tastiera. Credo di odiarlo...."

Fabio le accarezzava i capelli e la consolava dolcemente. "Su tesoro... amore... non fare così... calmati..." Lasciò abilmente passare qualche minuto poi aggiunse. "Non era mica male però l'idea di Xlater, amore. Tutta questa situazione strana mi ha proprio eccitato, sai? Guarda..."

E, dopo aver fatto scorrere la zip dei pantaloni, Fabio tirò fuori l'argomento più adatto a convincere Patrizia. Era in piena erezione. Patrizia cominciò subito a carezzarglielo con una mano. La sua presa di posizione era molto meno netta.

"Dai, Fabio, ti prego... non possiamo farlo qui, in pieno Trastevere..."

Improvvisamente la leggera foschia che aleggiava si infittì. Si trasformò in un denso nebbione con meno di un metro di visibilità. Mai vista, a Roma, una nebbia del genere.

Fabio sghignazzò. "Non è corretto questo, Xlater! E' molto, molto scorretto"

"Già!" aggiunse Patrizia. "E scommetto che la nebbia non si alzerà fin quando non ti avremo accontentato, vero Xlater?"

La voce di Xlater trasudava innocenza. "Non lo farei mai. Ma davvero pensate che io sia così infame? Stavo solo cercando di proteggere la vostra intimità..."

"Sì... vabbe'..." commentò Patrizia sarcastica.

"Ti prego Patrizia" Fabio continuò sussurrando il suo pressing. "Sto morendo dalla voglia... sono così eccitato..."

Patrizia stava cedendo. "Ne ho voglia anche io... però... non lo so..."

"Su ragazzi! Non ci mettete molto! Non vorrei mettervi fretta... ma il racconto sta per terminare..."

"Quanto spazio hai ancora, Xlater?" chiese Fabio.

"Mmmh... a occhio e croce... meno di una ventina di righe..."

"Ce la fai a descrivere un pompino in meno di venti righe?"

"Boh! Una volta ce l'ho fatta con quindici righe. Proverò a fare una cosa del genere..."

Alla fine si convinse. Con una luce strana negli occhi Patrizia disse "E va bene, Xlater. Farò un pompino a Fabio. Ma a due condizioni. Primo: voglio farlo pensando che sia un altro autore a descriverlo. Secondo: non chiedermi chi è, tanto non te lo direi mai. Accetti?" Xlater, sospirando, accettò.

Si mise all'opera con un entusiasmo mai visto, sospirando e mugolando con passione. E dire che due minuti prima era tutta un "non mi va".

Xlater era disperato. L'idea di un altro autore che descriveva le peripezie di Patrizia lo faceva impazzire di gelosia. Chi era, poi, questo? Sicuramente, pensò, sarà qualcuno di formazione umanistica, non un ingegnere come me. Si sarà formato sui grandi classici, su D.H. Lawrence, non su alt.sex.stories, come me. Avrà una grossa tastiera microsoft. Uno schermo 21". Un modem più veloce del mio 28.8. Magari una linea ISDN, o addirittura una dedicata. Questi pensieri torturavano Xlater, ma in qualche strana maniera lo stavano facendo eccitare. Tanto che quando Patrizia concluse le sue magie orali sul cazzo di Fabio, anche Xlater ebbe un violento orgasmo letterario e frammenti dei suoi scritti si sparsero per tutta usenet.

"Mi sono proprio divertita. Dobbiamo farlo ancora questo gioco." Dichiarò Patrizia soddisfatta.

"Lo faresti davvero, Patrizia?" la voce di Xlater era roca e affannata. "Davvero lasceresti descrivere i tuoi pompini ad un altro autore?"

"Perché no? E anche le mie scopate, le inculate... tutto! Perché? Ti scoccia? Sei forse geloso?" chiese, provocante.

"Sì, Patrizia. Ne soffrirei moltissimo. Non credo che lo sopporterei."

Patrizia era lusingata. "Sei molto carino, Xlater. Fidati di me. Si tratterebbe solo di scappatelle, così per divertimento. Sei tu il mio vero autore, l'unico vero autore. E poi, fattelo dire, per me sei tu il più bravo. A tutti gli altri gli dai una pista. Non c'è partita. Parlo sul serio."

"Grazie Patrizia. Sono commosso."

"E allora Xlater? me la concedi qualche scappatella con gli altri autori? In fondo anche tu, con quella Raffy..."

Fabio intervenne, divertito. "Non ti sorprendere, Xlater. Lo sai meglio di me che Patrizia è fatta così..."

"E va bene... vada per le scappatelle... ma senza esagerare però! Ora andate a casa che è tardi. E ho pure sforato i limiti... devo chiudere in fretta. Buona notte ragazzi!"

"Buonanotte Xlater! Un bacione!" lo salutò affettuosamente Patrizia.

"Ehm, Xlater..." lo richiamò Fabio "...un momento!"

"Cosa c'è ancora?"

"La nebbia..."

"Ah... me ne stavo dimenticando!" Un leggero vento spazzò subito via la fitta nebbia che avvolgeva la Rover. Il cielo, ora, era limpido e stellato. L'auto partì e sparì nella notte.

Le stelle si spensero ad una ad una. Nel cielo nerissimo apparve una misteriosa scritta arancione. "It's now safe to turn off your computer". Xlater spense l'interruttore e andò a dormire. Con la solita mente tormentata e confusa...

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